Associazione Agrado

lunedì 26 ottobre 2015

Angela da Salamanca racconta il suo primo mese in SVE



IL MIO PRIMO (ED ULTIMO☻) SVE 

 



Ciao a tutti ! Sono qui per raccontarvi ciò che sto vivendo in questi giorni e che succederà nei prossimi.

Per me è un compito difficile esprimere quello che rappresenta questa esperienza, ma tenterò ugualmente.

Prima di tutto mi presento: mi chiamo Angela e ho 19 anni, vivo (anzi vivevo) in un piccolo paesino nella provincia di Treviso ed ho terminato le superiori l’anno scorso.


Tra gli svariati motivi che mi hanno spinta a cercare un progetto SVE c’erano la voglia di sperimentare e di mettermi alla prova ma anche di fare qualcosa che potesse aiutare gli altri e, non per ultima, la forte passione che ho sempre avuto per i viaggi.
Non vi nascondo il fatto che cercare ma soprattutto trovare un progetto non é stato semplice; ho compilato decine di application form (in inglese tra l’altro) ed inviato centinaia di domande finché, quando ormai avevo perso le speranze, un ‘Angelo’ mi scrisse una mail con una risposta positiva. 
 
 
E fu così che in pochi mesi feci i bagagli e partii alla volta di Salamanca, una città molto bella a tre ore da Madrid.


Ed ora sono qui, a quasi un mese dall’inizio a tentare di spiegarvi emozioni difficili da esprimere. Devo essere sincera,le mie aspettative per questo progetto erano piuttosto diverse da ciò che sto vivendo, ma non potrei esserne più felice.


Il progetto in concreto prevede la mia presenza alla Casa-escuela Santiago, una specie di casa-famiglia (come la chiameremmo in Italia) dove vengono accolti ragazzi dai 10 ai 18 anni con problemi familiari o comportamentali. L’organizzazione si divide in una decina di differenti sedi dove i ragazzi dormono e vivono, ed un centro principale dove si svolgono le attività quotidiane che comprendono corsi professionali alberghieri, meccanici ed agrari, oltre ad uno svariato numero di attività pomeridiane: ogni genere di sport, canto e ballo, circo ed arte.
 
 Il rapporto con i ragazzi non è sempre facile, ma la mia impressione é che siano ragazzi buoni, con l’unico neo di non saper controllare le proprie emozioni.



Nei fine settimana solitamente vado in ‘gita’ in qualche città vicina con gli altri volontari che sono un tedesco ed una polacca.
  In generale la mia avventura finora è stata molto forte ed in momenti forse un po’ difficile, ma già tengo la certezza che questa sarà una delle esperienze più belle e significative della mia vita e che, più che cercare di trasmettere qualcosa ai ragazzi, saranno loro a trasmetterla a me.

 

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